La nascita del pensiero del giovane Ernesto Guevara

L’indimenticabile viaggio che cambiò per sempre Ernesto Guevara

I diari della motocicletta

Non è questo il racconto di gesta impressionanti. È un segmento di due vite, raccontato nel momento in cui hanno percorso, insieme, un determinato tratto, con la stessa identità di aspirazioni e sogni.

Ernesto Guevara de la Serna
1952

Si apre così Diaros de Motocicleta, film del 2004 diretto da Walter Salles. L’opera prende ispirazione da Latinoamericana (Notas de viaje) e Un gitano sedentario (Con El Che por America Latina). I diari, scritti rispettivamente dal giovane Ernesto Guevara e dall’amico Alberto Granado, raccontano il loro viaggio attraverso l’America latina. Un lungo percorso, pianificato prima di partire. Un viaggio che cambierà per sempre il pensiero e l’ideologia politica di un uomo che più tardi tutti conosceranno come El Che.

L’itinerario di Ernesto e Alberto

In sella alla Poderosa, i due amici partono da Buenos Aires poco prima della laurea in medicina di Ernesto. Un itinerario che dall’Argentina li porta attraverso la Patagonia fino in Cile, per poi risalire lungo le Ande ed arrivare a Machu Picchu. Una breve tappa a Lima e poi via verso la colonia di lebbrosi di San Pablo, nell’Amazzonia peruviana, dove li attende un periodo di tre settimane di volontariato. Destinazione finale la penisola della Guajira, in Venezuela.

Itinerario di viaggio attraverso il Sud America
Itinerario di viaggio attraverso il Sud America

La partenza

Il 4 gennaio del 1952 i due amici, in sella alla motocicletta di Alberto, una Norton 500 M18 del 1939, instabile sin dalla partenza, iniziano la loro avventura. Il giovane Fuser, contrazione di furibondo Serna, soprannome affibbiatogli quando giocava a rugby, saluta tutta la famiglia. Prima destinazione è la casa della fidanzatina di Ernesto a Miramar, il 13 gennaio, dopo 601 Km. Qui Alberto concede all’amico 3 giorni, che diventano però di più.

Io ascoltavo sguazzare nella barca i piedi scalzi. Immaginavo i volti spenti dalla fame. Il mio cuore è stato un pendolo tra lei e la strada. Io non so con quale forza mi sono liberato dai suoi occhi e sono sfuggito alle sue braccia. Lei rimase ad annebbiare di lacrime la sua angustia al di là della pioggia e del vetro.

La Poderosa, Granada e Guevara
La Poderosa

La Patagonia

Il viaggio attraverso la Patagonia non inizia senza difficoltà. La Poderosa dà i primi problemi. La perdita della tenda esalta le doti oratorie di Alberto, in grado di ottenere un riparo di fortuna usando le parole giuste. Raggiunti i 2306 Km, mentre attraversano il lago Frías, il 15 di febbraio, le parole di Ernesto per la madre esternano il suo diviso stato d’animo.

Cara mamma, cosa ci lasciamo alle spalle quando varchiamo la frontiera? Gli attimi sembrano divisi in due. Malinconia per ciò che si abbandona e insieme esaltazione per la scoperta di nuovi mondi.

Granada e Guevara de la Serna
Alberto Granado e Ernesto Guevara de la Serna

Il Cile

Il clima inizia ad essere più rigido. La neve crea non pochi rallentamenti alla loro tabella di marcia. “E meno male che è estate”. L’usura della motocicletta peggiora a vista d’occhio. I due amici raggiungono Temuco il 18 febbraio. I chilometri percorsi sono 2772. Ernesto ne approfitta per fermarsi presso El diario austral. Il giornale pubblica il giorno dopo un articolo intitolato “2 expertos argentìnos en leprología recorren sudamérica en motocicleta”. Una volta ripartiti la Poderosa si rompe definitivamente e i due proseguono il percorso a piedi. Questo era un desiderio già espresso da Ernesto. Camminare per incontrare più persone e conoscere la loro storia. Il tragitto diventa lungo quando si trovano ad attraversare il deserto di Atacama, l’11 di marzo. I due sono giunti a quota 4960 Km. A piedi il giovane Fuser assiste alla disparità tra gli abbienti, classe a cui appartengono, e gli sfruttati. L’incontro con una coppia perseguitata per via degli ideali comunisti provoca lo sfogo di Ernesto verso il trattamento degli operai in una miniera.

Ci hanno raccontato di alcuni compagni misteriosamente scomparsi, che forse si trovavano da qualche parte sul fondo dell’oceano. È stata una delle notti più fredde della mia vita. Ma con loro mi sono sentito più vicino alla specie umana, così estranea, almeno a me.

Che Guevara e Granada sul giornale El Diario Austral
E. Che Guevara e A. Granado sul giornale El Diario Austral

Il Perù: Machu Picchu e Lima

Il 5 aprile raggiungono Machu Picchu, dopo 7014 Km di viaggio. Le riflessioni del giovane Fuser si posano sulla bellezza delle rovine della civiltà Inca.

Gli Inca conoscevano l’astronomia, la medicina, la matematica e la geometria. Ma gli invasori spagnoli conoscevano le armi. Come sarebbe oggi l’America se le cose fossero andate diversamente?

Al pensiero di Alberto di una rivoluzione senza armi, risponde: “una rivoluzione senza armi? Non funzionerà mai.

Il 12 maggio raggiungono Lima, dove la vista del degrado urbano e dell’inquinamento provoca in Ernesto una riflessione tra il passato e il presente.

È possibile che una civiltà che ha costruito tutto questo, venga distrutta per costruire questo?

San Pablo e il lebbrosario

L’8 giugno i due amici raggiungono San Pablo. I chilometri percorsi sono 10223. Ernesto qui non trova più solo metaforicamente la divisione della società. Il giovane Fuser la vede letteralmente, dinnanzi ai suoi occhi. Un fiume infatti divide i malati dallo staff medico. Guevara rifiuta l’obbligo di indossare i guanti, stringendo le mani e curando i malati di lebbra, sorpresi dal suo modo di fare. Instaura un rapporto con loro che supera le barriere imposte. La notte del suo ventiquattresimo compleanno, il 14 giugno, festeggia con lo staff medico sulla costa nord. Al momento del brindisi, i suoi nascenti ideali antiautoritari e di uguaglianza prendono forma in quello che sarà il suo primo discorso politico. Ernesto invoca quell’identità pan-latinoamericana che trascende i confini arbitrari della lingua e della razza. Decide così di fare un ultimo viaggio simbolico al di là del fiume, attraversando il Rio a nuoto per festeggiare con i pazienti e dormire in una baracca.

Dal momento che domani lasceremo il Perù, le mie parole valgono anche come discorso d’addio. Discorso nel quale tengo a ribadire la mia gratitudine al vostro popolo. Per averci accolti, ospitati e sostenuti dal primo giorno fino ad oggi. E vorrei aggiungere qualcosa che esula un po’ dal tema di questo brindisi. Anche se può sembrare presunzione eleggersi ambasciatori di una causa tanto nobile e importante, crediamo tuttavia – e questo viaggio ha rafforzato questa convinzione – che la divisione del Sud America in diverse nazioni è falsa, illusoria e completamente fittizia. Costituiamo un’unica razza meticcia, dal Messico fino allo stretto di Magellano. Quindi nel tentativo di liberarmi dalle strettoie dei confini nazionali, io brindo al Perù e all’America unita”.

Che Guevara e Granada sul Rio delle Amazzoni
E. Che Guevara e A. Granado sulla zattera attraverso il Rio delle Amazzoni

Conclusione

I diari della motocicletta ha ricevuto il premio Oscar alla miglior colonna sonora e la candidatura all’Oscar come miglior sceneggiatura originale. Un film che lascia l’amaro in bocca. Un viaggio che mostra il divario che esiste nella società odierna. La nascita del pensiero di un uomo che è stato aspramente giustiziato da chi impone il suo dominio sul mondo. Portatori di guerra, con il loro capitalismo, nascosti dietro un messaggio di democrazia volto alla volgare volontà di razziare le materie prime e annullare le libertà.

Amo valparaíso, ciò che racchiudi,
e ciò che irradi, sposa dell’oceano,
anche al di là della tua sorda aureola.
Amo la luce violenta con cui accogli
il marinaio nella notte del mare,
e allora tu sei – rosa di zagare –
luminosa e nuda, fuoco e nebbia.

(Pablo Neruda)

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