Addio a Daverio

Philippe Daverio (Mulhouse, 17 ottobre 1949 – Milano, 2 settembre 2020)

Philippe Louis François Daverio nasce il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, quarto di sei figli dell’italiano Napoleone Daverio e dall’alsaziana Aurelia Hauss. Riceve la prima formazione in collegio, dove eredita un’educazione ottocentesca che porterà con sé, come stile ed eleganza, per tutta la vita. Tra il 1961 e il 1967 frequenta il liceo scientifico in Francia, iniziando così l’esplorazione d’Europa che lo porterà a essere uno dei più grandi conoscitori viventi del vecchio continente.

L’Italia

Nel 1968 ripercorre le tappe dei Grand Tour degli artisti ottocenteschi studiando Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano; non si laurea, pur avendo superato tutti gli esami, perché non discuterà mai la tesi finale. Lui stesso dice: “Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi”.

Arrivato in Italia, si innamora del Bel Paese e decide di eleggerlo a sua dimora e sua materia di studio. Durante gli anni bocconiani inizia a studiare l’arte, e Daverio intraprende quel percorso che lo porterà a essere il più grande storico e critico dell’arte dell’ultimo secolo.

Nel 1975 infatti apre la sua prima galleria a Milano, la Galleria Philippe Daverio, dedicata all’arte del XX secolo, poi replicata a New York nel 1986, con la Philippe Daverio Gallery, anch’essa finalizzata all’esposizione dell’arte del ‘900. Nel 1989, a Milano, apre una seconda galleria dedicata all’arte contemporanea.

La sua grande cultura lo porta a ricoprire la carica di Assessore alla Cultura a Milano dal 1993 al 1997. Durante questo periodo, oltre a doversi occupare della sistemazione della Galleria d’Arte Moderna e del rifacimento del Padiglione di Arte Contemporanea, l’uno distrutto e l’altra danneggiata dalla bomba del 1993, ristruttura Palazzo Reale e lo adibisce a museo d’arte contemporanea.

Oltre agli interventi diretti al recupero e alla valorizzazione di edifici storici, nel 1995, in collaborazione con Giorgio Strehler, realizza la rassegna Festival dei Teatri d’Europa. Promuove inoltre molti eventi culturali che avvicinino la cittadinanza alla propria città.

La divulgazione del sapere, tra scritti e tv

Accanto all’attività per la sua città d’elezione, Milano, Philippe Daverio si è impegnato molto nella divulgazione del sapere. Il suo obiettivo era infatti far prendere coscienza al popolo italiano di ciò che ha tra le mani e di ciò che lo circonda; solo attraverso la conoscenza infatti si può apprezzare completamente il patrimonio storico-artistico.

Dal 1999 ha partecipato e poi condotto numerosi programmi televisivi: dapprima inviato speciale della trasmissione Art’è, nel 2000 autore e conduttore di Art.tù, dal 2002 al 2012 autore e conduttore di Passepartout, poi diventato Il Capitale di Philippe Daverio, e infine di Emporio Daverio dal 2011.

Oltre alla presenza fissa in televisione, il suo desiderio di diffondere la cultura è passato anche attraverso gli scritti. Già nel 1981 aveva fondato la casa editrice Edizioni Philippe Daverio, dedicata a pubblicazioni scientifiche. Inoltre ha collaborato costantemente con Skira e Rizzoli, scrivendo alcune delle pagine più belle di tutti i tempi sulla storia dell’arte, tra cui spicca Il Museo Immaginato del 2011, un’opera in cui la conoscenza si mescola al gioco e alla fantasia.

Dal 2008 direttore di “Art e Dossier”, ha fatto crescere la rivista aprendola all’oggi, dedicando spazio alle opere d’arte bistrattate. Stesso obiettivo perseguito con Save Italy, un movimento finalizzato a sensibilizzare il mondo alla salvaguardia dell’eredità culturale italiana.

L’accoglienza del mondo e l’addio al mondo

Philippe Daverio è stato uno dei protagonisti dei nostri tempi, non essendosi mai tirato indietro di fronte a nulla. Questo lo ha portato a essere spesso criticato, ma anche molto apprezzato da chi ha saputo cogliere l’amore per ciò che faceva. Infatti nel 2013 viene nominato Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore e riceve la medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte; nel 2015 il Rotary Club gli assegna il premio nazionale Toson d’oro di Vespasiano Gonzaga “per l’impegno nella diffusione della cultura e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano”.

Un tumore pone fine alla sua attività storico-artistica, e Daverio muore il 2 settembre 2020. Ma nella nostra memoria continueremo a vederlo passeggiare tra le rovine italiane con il suo papillon, la sua eleganza e il sorriso che aveva sempre quando parlava del suo grande amore: l’arte.

Daverio
Philippe Daverio

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