L’egemonia Disney sulla cinematografia del ventunesimo secolo

Le saghe: da Star Wars a Indiana Jones

Meliès, Le voyage dans la lune, 1902
G. Meliès, Le voyage dans la Lune, 1902

Il cinema ha vissuto tanti momenti diversi, per storie, generi, grandi attori e grandi registi. Non potremmo mai iniziare a parlare del cinema di fantascienza senza citare i viaggi che hanno dato vita a questo genere. Da Le voyage dans la Lune a Le voyage à traverse l’impossible, i primi film di fantascienza nascono da un genio: George Méliès. Siamo nel 1900. Più di settant’anni dopo vedranno la luce le prime storie di fantasia ambientate nello spazio: Star Wars. E la mano da cui prenderanno vita è quella di un altro George, che di cognome fa Lucas.
Dopo il viaggio, trattato nell’articolo precedente, nel cinema degli anni Ottanta e nelle collaborazioni tra le menti cinematografiche più geniali di quel periodo, oggi parliamo delle prime saghe d’impatto sul grande schermo. In particolare andiamo a rivivere due grandi saghe nate dalla mano di George Lucas: Star Wars e Indiana Jones. Focalizzandoci non solo sul loro successo ma soffermandoci sulla trasformazione di un film da “racconto indimenticabile e fomentante fantasia” a “brand da strizzare fino al midollo per ottenerne degli utili”, vediamo come il segno di Lucas nella cinematografia sia stato a tal punto indelebile da venire attratto dal “lato oscuro della forza”.

Spielberg e Lucas, Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984
S. Spielberg e G. Lucas, Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984

Da Star Wars  a Indiana Jones

Spielberg, Lucas e Ford
S. Spielberg, G. Lucas e H. Ford

Tra l’inizio della saga di Star Wars nel 1977 e la fine degli anni ‘80, quando termina la trilogia originale dell’archeologo più famoso al mondo, con Indiana Jones e l’ultima crociata del 1989, abbiamo avuto modo di osservare i primi esempi di saghe cinematografiche.

Con occhio più attento possiamo subito trovare una enorme differenza: se il dottor Jones viveva delle avventure che iniziavano e finivano quasi come la puntata di una serie tv, Guerre Stellari era, come George Lucas stesso l’aveva suddivisa, una sequenza di episodi temporali legati ad intrecci fantascientifici. Addirittura Star Wars iniziava con l’episodio IV, che lasciava alle sue spalle terreno fertile sia per la creazione dei precedenti tre, sia per ulteriori futuri episodi e spin-off moderni. Indiana Jones dal canto suo aveva le stesse basi per durare all’infinito. La serie del giovane Indiana Jones, andata in onda negli anni ‘80, è stata lo spin off figlio di questa produzione, antecedente ai fatti che avvengono nei film. Purtroppo non ha riscosso il medesimo successo dei film più legati al cast stellare e alla regia di Spielberg.

Harrison Ford

Spielberg, Indiana Jones e l'ultima crociata, 1989
S. Spielberg, Indiana Jones e l’ultima crociata, 1989

Intrecciare questi due prodotti ha portato in risalto il nome di un grande attore: Harrison Ford. Nelle vesti di Ian Solo in Star Wars e di Indiana Jones nell’omonima saga, la fama di Ford ha toccato l’apice proprio in quegli anni, in particolare nel 1982 con Blade Runner, diretto da Ridley Scott. Partendo dal 1970 – anche se la sua carriera era già iniziata prima –, con Zabriskie Point, ad oggi, sul suo curriculum compaiono più di cinquanta film. Un’unica candidatura agli Oscar per la sua performance in Witness – Il testimone nel 1986.

Una lunga carriera per Ford, tant’è che oggi si sta girando il quinto capitolo della saga di Indiana Jones, in teoria l’ultimo con il vero e unico dottor Jones. Ma prima di guardare al futuro, torniamo nel passato e ripercorriamo il successo di queste due saghe, osservando i retroscena di questi prodotti e del contesto storico e socioculturale da cui hanno preso spunto.

Contesto storico

I primi tre film di Indiana Jones sono frutto di un periodo storico particolare. Per chi non lo ricordasse, l’ambientazione è a ridosso degli anni ‘30-‘40, quando il nazismo avanzava e gli archeologi e gli scopritori di tesori venivano seguiti e giustiziati dal Führer per ottenere il potere dei reperti antichi, frutto di leggende e di racconti, veicoli d’immortalità e di onnipotenza.

Alcuni studiosi, parlando di Star Wars, osservarono come il lato oscuro della forza fosse paragonabile al male che vive intrinseco in coloro che si sentono parte di una razza superiore. Nel film si parla di Jedi che, dotati di immense capacità, passano al lato oscuro. Nella realtà, gli ariani diventavano una massa di persone convinte di essere migliori delle altre, aventi diritto di eliminarle. Se pensiamo alla Death Star (in italiano Morte Nera) come base da cui è possibile distruggere un pianeta, possiamo pensare al partito nazionalsocialista che, giunto al governo in Germania, crea coalizioni con un metodo molto simile: o con noi, o contro di noi. E come la memoria ci racconta, la Death Star sterminava l’intera razza distruggendo un intero pianeta così come i tedeschi sterminavano gli ebrei e tutti coloro non considerati puri. E chi si opponeva veniva considerato un ribelle e di conseguenza veniva sterminato lui e tutta la sua stirpe. Esattamente come succede oggi in Nord Corea.

Lucas, Star Wars, La Morte Nera
G. Lucas, Star Wars, La Morte Nera

Portare ai giorni nostri film con un tale valore intrinseco purtroppo non rende il medesimo impatto. Nonostante il periodo storico che stiamo attraversando, il presente cinematografico, soprattutto nelle grandi Majors, tende a trasformare la storia al fine di renderla meno cruda, quasi nel tentativo, vano, di insabbiare il passato. Come vedremo nel prossimo articolo, i nuovi episodi di Star Wars, così come i nuovi episodi di Indiana Jones, si perdono in una matassa di idee disordinate, contestualmente fuori luogo e validi solo per effetti speciali e computer grafica. Il brand – e il denaro che fa girare – trasforma la cinematografia a tal punto da renderla irriconoscibile al fan che tanto ha amato questi film. Ma di questo vi parleremo nel prossimo articolo di ArtPassion.

Spielberg, Lucas e Ford
S. Spielberg, G. Lucas e H. Ford

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