Il teatro

Brevi cenni di storia

Il teatro ha origine nell’antica Grecia di cui viene storicamente documentata la tragedia greca con la prima vittoria in un concorso drammatico attestata ad Eschilo nel lontano 484 a.C. Sono gli anni dei drammaturghi più antichi: Eschilo in primis, seguito da Sofocle e da Euripide.

Il teatro raggiunge l’antica Roma dove le manifestazioni satiriche e comiche pongono le basi di quella che sarà poi la maturazione della commedia latina a cui giunge Plauto intorno al 200 a.C. Sono gli anni in cui prende vigore anche la cultura grecizzante di cui si fa portavoce Terenzio, ultimo grande autore della commedia Palliata, in cui si attesta una caratterizzazione psicologica dei personaggi.

Nei secoli a seguire si vivono periodi di buio causati in parte anche dall’avversione della Chiesa cristiana. Questo periodo, che possiamo definire di decadimento culturale, si ha fino al XV – XVI secolo, momento in cui si verifica la rinascita del teatro.

Nel XVII secolo, con la comparsa di drammaturghi del calibro di Shakespeare in Inghilterra, di Molière in Francia, di Calderón De La Barca in Spagna, il teatro vive uno dei momenti più importanti dal punto di vista storico.

Raggiunto il XVIII secolo, il teatro attraversa il suo periodo di riforma. Diderot in Francia inaugura un dibattito teorico e una produzione drammaturgica che apre le porte a quella che è la concezione dello spettacolo in chiave moderna. Mentre in Italia Carlo Goldoni raggiunge e ottiene, grazie anche ad una produzione non indifferente, la dignità di autore. Dignità che ancora mancava ai drammaturghi cosiddetti “poeti di compagnia”.

Arrivando ai giorni nostri, attraversando il periodo dei grandi attori e dei capocomici illustri, dei padri fondatori di quelle che sono le scuole e i teatri più importanti del panorama teatrale italiano, riscopriamo in questo scorcio di inizio secolo un momento storico in cui a mio dire il teatro dovrebbe ritornare nelle scuole in quanto insegnamento di quella che è un’arte in grado non solo di dare cultura ma anche di creare rapporti umani.

Il teatro è una forma d’arte in cui ognuno di noi può sentirsi libero: essere se stesso senza i vincoli dettati dalla società. Spinto da tale bisogno l’uomo oggi adotta molteplici forme di spettacolo per raccontare, mostrare e sollecitare nelle menti di chi guarda un pensiero critico nei confronti del mondo in cui viviamo. Illustrando i problemi che la società attraversa e cercando di attivare lo spettatore, liberandolo da una società che etichetta tutto e tutti e che impone determinati comportamenti per venire accettati, attraverso il teatro sappiamo che l’abito non fa il monaco e i vestiti di marca non servono a garantirci un posto in paradiso. All’attore basta un vestito nero. Alla scena basta il lume di una candela e nessuna costruzione monumentale come fondale.

Come disse Jerzy Grotowski: “Non è il teatro che è necessario ma assolutamente qualcos’altro”. Il resto ve lo svelerò nel prossimo articolo.

Jerzy Grotowski (1933-1999)

 Cosa fa ArtPassion

  • Illustra gli autori e i fautori che hanno reso il teatro quello che è oggi, cercando di non parlare solo di teoria ma osservando anche i nuovi pedagoghi che hanno interessato la seconda metà del ‘900 e che formano tutt’ora nuovi talenti attraverso percorsi di ricerca.
  • Osserva come sviluppano la scena i nuovi autori, con un occhio di riguardo verso la sperimentazione e verso gli adattamenti che cercano, attraverso la parola scritta di drammaturghi vissuti secoli fa, di riportare in tutti noi la necessità di un pensiero vivo e attivo, di una riscoperta interiore, di essere ciò che siamo.

 

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