Fenomeni cinematografici sull’isteria collettiva #1

Una retrospettiva tra tante: The Twilight Zone

I mostri di Maple street

Non c’è bisogno di usare armi contro gli uomini. Basta creare le condizioni adatte e loro stessi si distruggeranno l’uno con l’altro”.

Si conclude così il ventiduesimo episodio di The Twilight Zone, nota serie televisiva americana, nata nel 1959 dalle abili mani di Rod Serling. In Italia, Ai confini della realtà viene trasmessa per la prima volta dalla Rai il 14 aprile 1962 mentre l’episodio di cui vi parliamo oggi è stato trasmesso su Italia 1 nei primi anni ottanta.

I mostri di Maple street ci racconta una classica giornata di sole, dove i bambini giocano per strada, le persone si incontrano e si scambiano saluti e convenevoli, finché non avviene un fatto insolito. Un’accecante luce in cielo, seguita da un’esplosione, provoca l’interruzione della corrente elettrica. Non solo: le auto smettono di funzionare e i telefoni diventano muti. In un attimo gli abitanti di Maple street si riversano in strada, commentando l’accaduto e generando ipotesi di ogni tipo, fino a degenerare nella paura, nei sospetti e nelle illazioni. Il panico nel giro di poco tempo prende il sopravvento e la natura umana, debole e meschina quando in preda alla psicosi collettiva, compie la sua opera. Gli abitanti del quartiere diventano veri e propri mostri pronti ad uccidersi l’un l’altro per dimostrare le congetture mentali in cui credono.

Alla fine dell’episodio, due alieni osservano da lontano quel che sta accadendo in Maple Street. Il loro obbiettivo, ovvero annientare la specie umana, prende un’altra piega. Del resto è esattamente come dicono loro nella battuta finale. Non occorre usare armi quanto basta creare le condizioni adatte.

The Twilight Zone

Serie Sci-fi per eccellenza, The Twilight Zone ci racconta storie di persone normali che vengono in contatto con il mistero, l’ignoto, la paura, e spesso con la parte più oscura dell’animo umano. Suddivisa in cinque stagioni per un totale di 156 puntate, questa prima messa in onda fa parte della serie definita classica, in bianco e nero, di cui Rod Serling è creatore, sceneggiatore della maggior parte degli episodi e narratore. La nuova Ai confini della realtà viene trasmessa dal 1985 al 1989 e si compone di tre stagioni. Nel 2002 vede la luce un secondo “revival” che termina nel 2003. Un “terzo revival” è iniziato nel 2019 ed è tutt’ora in corso.

Nel 1983, prima che la nuova serie venisse prodotta, Steven Spielberg, insieme a John Landis, Joe Dante e George Miller, girarono il film The Twilight Zone, un’opera composta da quattro episodi, ognuno diretto da uno dei registi sopracitato, per rendere omaggio alla celebre serie di fantascienza.

Una serie ricca di eccellenze

La nuova Ai confini della realtà si compone di nuovi episodi e di qualche remake. Tutto viene creato ad hoc grazie all’alternarsi di sceneggiatori cresciuti nel mito della serie originale. Vengono trasformate opere di scrittori importanti, quali Stephen King, Ray Bradbury, Arthur C. Clarke e Alan Brennert, in episodi di pura fantascienza. Per la regia salgono in cattedra cineasti di fama, come Wes Craven e William Friedkin, perfetti autori di genere per rendere al meglio lo stile della serie. Tra gli attori più importanti spiccano i nomi di Martin Landau, Morgan Freeman, Edy Williams e Bruce Willis, protagonista del primo episodio, Shatterday. La voce narrante viene affidata ad uno degli attori della serie classica, Charles Aidman.

I successivi revival manifestano quanto siano ancora attuali le sceneggiature create da Rod Serling. Il suo uso della fantascienza veniva infatti usato come mera facciata per affrontare tematiche quali il razzismo, la xenofobia, l’isteria e i timori che fanno parte dell’animo umano.

Conclusione

Quando sentiamo parlare di Sci-fi, ossia Scienze-fiction, spesso pensiamo ad astronavi, alieni, mostri, cose inspiegabili e che non potranno mai succedere. Ora come ora, la vita si può riassumere in una situazione Ai confini della realtà, dove respiriamo un clima in perfetto stile Shaun of the dead, viviamo in isolamento come in Doomsday. Insomma, siamo perfetti attori di un film di fantascienza. Peccato sia la vita vera.

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