I festival cinematografici ai tempi del coronavirus

Mantovafilmfest 2020

ArtPassion staff con P. Cenzato
Lo staff di ArtPassion con Paolo Cenzato

18-23 agosto 2020 – Cinema Mignon e Arena Mignon, Mantova

In occasione del MantovaFilmFest, giunto alla sua tredicesima edizione, abbiamo avuto il piacere di parlare con uno dei creatori che ha partecipato attivamente, con competenza e professionalità, alla selezione e alla realizzazione di un cartellone ricco di eventi cinematografici, sempre più di maggior rilievo.

Diamo il benvenuto a Paolo Cenzato, elemento cardine del MantovaFilmFest. Ciao Paolo è un piacere averti nostro ospite. La prima domanda che ci viene spontanea è:

D: Com’è stato imbastire il MantovaFilmFest in un anno come questo, tra problemi vari, accessi contingentati, difficoltà organizzative?

In primis grazie a voi, ragazzi, per l’interesse verso la nostra manifestazione. Fa sempre piacere suscitare curiosità in chi condivide la passione verso la settima arte.

Non nego che le difficoltà siano state molte, prima di tutto per quella che è stata la domanda delle domande: confermare o rinviare questa tredicesima edizione? La discussione è stata lunga, i dubbi e le incertezze si sono susseguiti per molti mesi, ma quando abbiamo avuto indicazioni certe riguardo alle modalità di svolgimento, la decisione è stata unanime: provarci. Ovviamente le complicazioni organizzative sono state molteplici, e tutte rivolte a un solo scopo: garantire lo svolgimento del festival con la massima sicurezza possibile per gli spettatori, rispettando tutte le normative vigenti e impegnandoci a elaborare una proposta di qualità. Gli ostacoli erano tanti, ma a muoverci è stata la convinzione che il cinema è un’esperienza che si compie al meglio solo in un contesto di condivisione collettiva. Mai avremmo realizzato un’edizione online, non perché la riteniamo di minor valore, bensì semplicemente perché quella che organizziamo è una festa di cinema, e come tutte le feste, senza gli invitati non può esistere.

Il MantovaFilmFest 2020 sarà quindi ridotto nei numeri ma non nella qualità e nella passione, e confidiamo che il nostro pubblico sia comprensivo e collabori al fine di rispettare tutte quelle indicazioni fondamentali per la salute di tutti. La situazione in cui ci troviamo quest’anno è straordinaria e non va sottovalutata, quindi tutti dovranno impegnarsi a seguire le buone pratiche necessarie per garantire la sicurezza a cui ormai dovremmo essere abituati: distanziamento fisico, uso della mascherina ove necessario, igienizzazione. Sarà diverso, più macchinoso forse, ma ugualmente appassionante.

D: Siamo giunti alla tredicesima edizione. Cosa mi puoi dire del percorso che vi ha portato fino a qui? Come vi ha accolto il pubblico in questi anni? Avete dovuto adeguare alcune scelte più verso il gusto del pubblico o avete puntato su prodotti volti a istruire i fruitori sulla settima arte?

La risposta a questa domanda potrebbe essere lunghissima, ma cercherò di non essere troppo prolisso. Quando il MantovaFilmFest è nato, era una piccola parentesi all’interno di una rassegna cinematografica più articolata che si svolgeva sul Lungorio di Mantova: durava solo tre giorni ed era il nostro modo di proporre al pubblico della città un cinema diverso, più nascosto, meno visibile.

Lo spirito e le intenzioni sono rimaste le stesse: offrire una proposta cinematografica diversa dalle programmazioni più consuetudinarie, e dare agli spettatori la possibilità di conoscere nuovi autori, nuovi linguaggi, nuove storie. Poiché la risposta da parte del pubblico è stata via via sempre più positiva, abbiamo avuto la possibilità di ampliare tanto l’offerta filmica quanto la struttura organizzativa, entrando in contatto con professionisti del settore che ci hanno permesso un graduale salto di qualità nel corso degli anni: non parlo solo di ospiti, ma anche di consulenti e collaboratori. Il primo che mi viene in mente è un vecchio leone della critica cinematografica nostrana, Tatti Sanguineti, che ha portato la sua sterminata esperienza e la sua gioiosa incoscienza al servizio del MantovaFilmFest. È lui il principale artefice della Retrospettiva di ogni anno. E ancora, due amici come Federico Gironi e Marianna Cappi, firme di Comingsoon.it e MyMovies.it, danno un contributo fondamentale nella selezione delle opere prime italiane, grazie alla loro competenza e attenzione. Infine, nel corso degli anni abbiamo coinvolto professionisti anche per quanto riguarda il cosiddetto backoffice: rapporti con gli autori e con le case di produzione, ufficio stampa, logistica e ospitalità. Da una dimensione “fatta in casa” dei primi anni, abbiamo costruito una struttura sempre più efficiente e efficace, e credo che anche il pubblico ne abbia giovato. Senza mai dimenticare la dimensione di artigianalità che ci contraddistingue: a fine serata i membri dello staff – volontari compresi, che sono la linfa vitale del festival – sono i primi disposti a chiacchierare di film col pubblico davanti a una birra.

D: Ora dedichiamoci più nello specifico ai film in programma. Com’è stato selezionare le opere in questo 2020 post lockdown? Con quale criterio avete scelto i film per il festival e soprattutto com’è stata accolta la sezione Opere Prime da parte del pubblico?

Questo 2020 è un anno tragico da molti punti di vista, compreso il settore cinematografico. I mesi di lockdown hanno stravolto palinsesti e programmazioni dei cinema di tutto il mondo, e quindi ci siamo trovati a dover compiere in quaranta giorni il lavoro che solitamente si fa in sei mesi. I criteri sono stati fondamentalmente due. Il primo rimane il valore qualitativo che il comitato di selezione ha attribuito ad ogni film, fermo restando l’insindacabile diritto di opinione di ognuno: magari qualche film che noi riteniamo meritevole, per gli spettatori sarà un buco nell’acqua, e viceversa. Ma questo è anche il bello del gioco dei festival: io stesso mi diverto un mondo a criticare ferocemente le scelte delle varie kermesse quando incontro film che non mi soddisfano!

In secondo luogo abbiamo cercato di privilegiare quei film che ancora non hanno avuto un passaggio in sala. Siamo consapevoli e convinti che per un regista – ancor più se esordiente – sia fondamentale avere la gratificazione della prova su grande schermo. Questo vale soprattutto per le opere prime italiane, ma anche per alcuni dei film internazionali.

Riguardo a quest’ultima sezione, si tratta di un esperimento nato lo scorso anno che ha incontrato il favore del pubblico. Cosa di cui siamo più che felici perché all’estero si trovano dei gioielli nascosti che meritano di raggiungere anche gli schermi della nostra piccola città. La selezione di quest’anno ci rende particolarmente soddisfatti perché apre porte su mondi distanti dal nostro, da un punto di vista sociale e culturale, e noi crediamo molto nella forza anche divulgatrice e e riflessiva del cinema. Come diceva Anna Magnani, “al cinematografo mi voglio divertire, ma se poi imparo qualcosa tanto meglio!

D: Quanto c’è di te nella scelta dei film e quanto invece cerchi di rimanere neutrale verso una poetica che può essere più o meno vicina alla tua?

Per sua natura, il concetto di scelta comporta anche un posizionamento rispetto alla materia trattata. Di conseguenza, credo sia impossibile riuscire ad essere completamente neutrale nel momento in cui sono chiamato ad effettuare una selezione tra film. Da parte mia, mi ritengo abbastanza capace di tenere insieme quelli che possiamo banalmente chiamare i miei gusti personali e le esigenze del festival in termini di varietà e composizione. Nel corso del tempo ci sono state occasioni in cui ho insistito molto per mettere in programmazione alcuni film di cui mi sono innamorato, ma allo stesso modo capita di dover fare delle rinunce per favorire altre pellicole che non incontrano il mio gusto. Essendo poi quello dei selezionatori un lavoro di gruppo, occorre far dialogare diverse visioni di cinema e quindi alcuni compromessi vanno sempre trovati.

D: In base a quali criteri invece sono stati scelti i film per la sezione Opere Prime?

Per quanto riguarda le opere prime, citerei tre principi. Qualità, novità, visibilità. Abbiamo privilegiato i titoli che meno hanno avuto diffusione sul nostro territorio, circoscrivendo il bacino tra cui scegliere alle opere distribuite (o comunque rese disponibili) in questa stagione mutilata – a partire da settembre 2019, per intenderci. Poi è chiaro, essendo il nostro un festival dedicato alle opere prime, il campo si restringe abbastanza e, un po’ come per il vino, ci sono annate più fortunate e altre meno: a noi il compito di scegliere le bottiglie che riteniamo più interessanti.

D: Il 2020 è un anno ricco di ricorrenze e purtroppo anche di qualche perdita illustre. La retrospettiva di quest’anno è caduta su Alberto Sordi a 100 anni dalla sua nascita. Cosa vi ha spinto a questa decisione?

Fin dalla sua prima edizione il MantovaFilmFest ha sempre dedicato una sezione a grandi figure della storia del cinema italiano, approfittando delle ricorrenze che di anno in anno si sono susseguite. Per il 2020 avevamo l’imbarazzo della scelta: oltre al centenario di Sordi, ci sono quello di Fellini e della compianta Franca Valeri, ad esempio. Abbiamo scelto Sordi perché celebrare la sua sterminata carriera ci permette di omaggiare anche altri giganti come lui, che con lui hanno diviso il set, davanti o dietro la cinepresa: per l’appunto Fellini e Valeri, ma anche Vittorio Gassman a vent’anni dalla sua morte. Inoltre, Alberto Sordi è stato uno dei volti più decisivi del cinema italiano, prestandosi tanto alla commedia più ridanciana quanto a generi magari meno frequentati ma ugualmente importanti, in cui ha dimostrato il suo talento e la sua capacità mimetica. Uso le parole dell’amico Tatti Sanguineti, che è uno dei massimi esperti viventi dell’argomento: «Con Sordi nell’ottanta per cento dei casi il pubblico va soltanto per ridere e poi si trova di fronte a film drammatici. Sordi attore non ha limiti […] Sordi non è un mostro, è un uomo semplice e pacifico. Ma è un genio […] Riesce, per misteriosa intuizione, a rendere con assoluta verità vizi che non ha, sentimenti che non ha mai provato». A cent’anni dalla sua nascita, non potevamo non fargli gli auguri nel miglior modo che conosciamo, ossia con i suoi film.

D: Il MantovaFilmFest si inaugura martedì. Per chi volesse partecipare, è già tutto sold out o sono ancora disponibili biglietti?

L’accesso alla manifestazione è regolato da un abbonamento che consente di accedere a tutte le proiezioni fino a esaurimento dei posti disponibili. Purtroppo quest’anno i numeri sono necessariamente ridotti per rispettare le normative vigenti, quindi siamo vicini al tutto esaurito.

I biglietti per i singoli spettacoli sono in vendita, in caso di disponibilità, a partire da circa quindici minuti prima delle proiezioni. Il nostro più grande rammarico è non poter accontentare tutti, ma in questa annata così tormentata non abbiamo avuto altra scelta.

D: C’è qualcuno dei film in programma che ti ha colpito o che vuoi consigliarci come opera che merita di ricevere le giuste considerazioni?

Non mi esprimo sui film in concorso perché – essendo sottoposti al voto del pubblico – non voglio influenzare nessuno. Personalmente però sono molto felice del fatto che siamo riusciti a portare in anteprima al nostro festival un film italiano come evento speciale di apertura. Si tratta di Nour, di Maurizio Zaccaro, e narra la storia di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che da vent’anni si occupa di salvare e curare i migranti che arrivano dal mare, sfidando anche le autorità. Al di là del valore qualitativo, un film come questo a mio avviso ha una potentissima valenza civile e sociale, perché permette di conoscere una storia da cui tutti noi abbiamo da imparare. Una storia di umanità, di solidarietà e di sacrosanta tutela dei diritti di ogni essere umano. Il cinema ha una grande forza, che è quella di divertire, emozionare e fare riflettere allo stesso tempo: un film come Nour ne è esempio virtuoso, tanto per la forma quanto per i contenuti. Fare cultura vuol dire anche questo, e nel nostro piccolo cerchiamo di adempiere a questo compito.

 

Con l’augurio di rivederci presto in sala, ringraziamo Paolo Cenzato per il tempo che ci ha dedicato. Noi di ArtPassion vi invitiamo a visitare la pagina del MantovaFilmFest per conoscere i film in programma e a restare collegati con la nostra pagina per ulteriori aggiornamenti sul Mantova Film Festival.

Sordi in La grande guerra, 1959
A. Sordi in La grande guerra, 1959

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.