Nuovi autori: Luca Bertolini

Il paradosso sulla scuola di teatro di Luca Bertolini

Il teatro è un’arte antica quanto il mondo ma in costante evoluzione, e molti grandi maestri e personalità si sono spesi in riflessioni su di esso. Tra di essi, come non ricordare Il paradosso sull’attore (1773-78) di Diderot, un testo che indaga la dicotomia emotività/razionalità all’interno dell’arte attoriale.

Partendo da questa pietra miliare della letteratura sull’arte drammatica, molti grandi autori hanno ripercorso i passi di Diderot ponendosi domande affini. Oggi inauguriamo la nostra sezione di letteratura dando spazio a un testo di Luca Bertolini, autore e sceneggiatore contemporaneo, che ha da poco concluso il suo lavoro Il paradosso sulla scuola di teatro.

In questo saggio, scritto in forma di dialogo maieutico, un allievo attore (A) e un’attrice affermata (B) discutono sul ruolo che il teatro e la regia devono rivestire nell’età contemporanea. L’allievo, motore di tutto il dialogo, si pone in contrasto con l’insegnante, dandoci la sensazione del classico scontro generazionale.

A
Si, ripensandoci hai ragione. Grotowski dichiarava la necessità di un teatro in cui il centro fosse l’attore senza alcun bisogno di maestosi fondali mentre Peter Brook parlava di come non occorre lo spazio ma la fantasia dell’attore per ricrearlo. In ogni caso non puoi fare uno spettacolo di questo calibro in questo modo.

B
Sei un attore. Non sei un critico. Se non accetti le scelte di un regista e non sai sottostare al suo volere non fare l’attore ma vai a fare il critico teatrale. Oppure quello enogastronomico che va tanto di moda in questi ultimi anni.

A
Ho studiato da attore e farò l’attore.

B
Allora impara ad abbracciare il progetto di regia e a portarlo in scena al meglio. Andiamo avanti.

(L. Bertolini, Il paradosso sulla scuola di teatro, pp. 33-34)

 

L’iniziale sensazione di un contrasto generazionale viene però presto sostituita dal vero focus dell’opera: come bisogna affrontare oggi opere che hanno fatto la storia del teatro? Come bisogna porsi nei loro confronti? Fino a che punto la rilettura è possibile e quando invece diventa una mancanza di rispetto?

Il giovane allievo, che rappresenta l’innovazione, rende evidente la necessità di avere uno sguardo nuovo sul teatro affinché esso non diventi autoreferenziale riproponendosi sempre uguale a se stesso. Il nuovo vuole il suo spazio. L’allievo si scaglia contro un sistema accademico vecchio, ma non lo rinnega nella sua interezza, anzi sorprende con una richiesta che sembra in netto contrasto con questa posizione. Il giovane chiede rispetto del passato, che può e spesso deve essere riletto ma non va mai snaturato.

E così l’innovazione, rappresentata dal giovane allievo, si erge a protettrice del grande passato; non è tanto un difendere la tradizione, quanto piuttosto un invito a carpire l’anima di un testo e capire le idee dell’autore prima di procedere con leggerezza a una rilettura che ne sconvolge il significato originario. In Il paradosso sulla scuola di teatro i grandi classici sono rappresentati da due opere che tutti noi conosciamo: Romeo e Giulietta di Shakespeare e Il giardino dei ciliegi di Checov.

Ecco come le riletture sconvolgono Il giardino dei ciliegi:

B
Quindi interpretavi tu Gaev?

      A
Si, fratello di Ljuba, zio di Anja e di Varja.

B
Splendido personaggio con un hobby scenico divertente e molto fisico. Del resto Gaev era un giocatore di biliardo.

A
Tagliato anche quello.

B
Come tagliato?

A
La regista ha definito il biliardo un gioco troppo datato che non funziona più di questi tempi.

B
Ma non è assolutamente vero. Piuttosto si può dire che per non andare a ricopiare il classico di Checov si è voluto cambiare qualcosa nei personaggi, ma questa affermazione non ha alcun senso. In ogni caso, il biliardo per Gaev era fondamentale: lui per tutti era “tac tac carambola”.

A
In realtà il personaggio di Gaev è stato trasformato in un ballerino e il “tac tac carambola” è stato sostituito con “plié” e “relevé”.

[…]

A
Come vuoi. In ogni caso si è visto com’è uscito lo spettacolo, con alcuni personaggi distinti e poi tre personaggi in uno, tutti intrappolati nel ruolo di Jaša .

B
Jaša ? E chi è? Il giovane lacchè?

A
Non solo: è l’unione di Simeonov-Piščik , Epichodov e Duniaša. Ossia il cameriere omosessuale della Ranevskaja.

B
Da quando in qua il servitore è omosessuale?

A
E innamorato di Gaev.

B
Gaev omosessuale?

(L. Bertolini, Il paradosso sulla scuola di teatro, pp. 48-51)

 

Bertolini in questo testo crea un iniziale contrasto tra i dialoganti per avviare la riflessione e lo scambio di opinioni, sapendo, data la sua carriera di autore e sceneggiatore, che solo nel confronto con l’altro ci si evolve. Lo scontro iniziale si risolve nel finale con un accordo: entrambi i personaggi si ergono a difensori dell’originario significato delle opere analizzate. E in questo accordo finale si coglie la vera anima del teatro, a prescindere dai punti di vista dei singoli: l’obiettivo deve essere emozionare ed emozionarsi, trascendere se stessi per dare spazio ai personaggi rappresentati, e questo è l’unico modo per trovare un accordo tra punti di vista diversi se non addirittura contrastanti.

 

Per quanti fossero interessati al testo integrale, scriveteci e vi metteremo in contatto con Luca Bertolini. Oppure potete acquistare l’ebook sui principali cataloghi di librerie online.

 

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