Terry Gilliam

Terry Gilliam

Terry Gilliam – A Visionary Man

A cinque anni dalla sua ultima apparizione sul grande schermo con The Zero Theorem, il visionario regista e autore di Brazil sembrava destinato a chiudere la 71° edizione del festival di Cannes con il film The Man Who Killed Don Quixote ma un ictus, seppur leggero, ha sancito la rinuncia definitiva ad una sua presenza.

Anni di lavoro e di diatribe in merito ai diritti sulla sceneggiatura hanno accompagnato la realizzazione di quest’ultima pellicola, dove dal cast originale si è passati, nell’arco di quasi vent’anni dalla produzione originale, ad assegnare il ruolo del Don Chisciotte, affidato all’inizio a Jean Rochefort, prima a Robert Duvall, poi a Michael Pallin, a John Hurt, e infine a Jonathan Pryce. Mentre per il ruolo di Toby Grisoni si sono susseguiti attori del calibro di Johnny Depp, Ewan McGregor e Jack O’Connell, fino ad arrivare alla scelta definitiva caduta su Adam Driver.

T. Gilliam, The Imaginarium of Doctor Parnassus, 2009

Non è la prima volta che durante una produzione di Gilliam si attraversano momenti che ne minano l’effettiva realizzazione. Mentre Le Avventure del Barone di Münchausen è conosciuto da tutti i cineasti per le lunghe battaglie tra Gilliam e la casa di produzione, la lavorazione di The Imaginarium of Doctor Parnassus, uscito nelle sale nel 2009, è stato messo a dura prova dalla morte di Heath Ledger nel gennaio del 2008, che aveva fatto sospendere la produzione per circa due mesi, riavviata solo grazie alla scelta di sostituire l’attore con Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, che interpretando le scene mancanti del ruolo di Ledger nei panni di “Tony Shepherd” hanno concluso le riprese e dedicato la pellicola all’amico scomparso.

 

T. Gilliam, Brazil, ripresa nel teatro di posa, 1985

In tutti i film di Gilliam ciò che ci stupisce di più è il suo stile. Infatti, la bellezza artistica di un capolavoro come Brazil trova negli omaggi e nei riferimenti letterari, iconografici e cinematografici la cornice perfetta per un’agghiacciante commedia tragicomica. La scena è rigorosamente barocca e traboccante di particolari, con influssi di art déco, steampunk, luci espressioniste e atmosfere noir. Grandi i riferimenti ai capolavori del cinema muto come La corazzata Potëmkin, in formato aspirapolvere, e alle architetture monumentali omaggio a Metropolis di Fritz Lang.

L’uso ripetuto del grandangolo, le inquadrature sghembe portate quasi all’esasperazione come chiaro rimando ad un sistema usato solo in casi rari da un maestro del cinema in particolare, Orson Welles, così come le due carrellate che scandiscono lo spazio chiuso degli uffici, una a precedere e una a seguire, come chiaro omaggio alla celebre carrellata di Kubrick in Orizzonti di Gloria, mostrano non solo un regista visionario ma anche la cultura di un cinema che prende spunto dalla tecnica e dalla conoscenza alla base dell’arte cinematografica e la mette in pratica portandola quasi alla distorsione, estromettendola dai canoni, dal razionale, fino ad esasperarla.

Maestro dell’animazione, di cui possiamo osservare i suoi lavori di découpage, stop motion e disegni originali nei Monty Python’s Flying Circus, Terry Gilliam ha  sfruttato l’esperienza e le idee di animatori come Karel Zeman e il collage surrealista di Max Ernst.

L’autore che tra mille vicissitudini è sempre riuscito a portare sul grande schermo film di grande valore e di grandi valori umani, ci mancherà durante questo Cannes che doveva sancire il suo ritorno, seppur non in concorso e parleremo nei prossimi giorni di “The man who killed Don Quixote”.

T. Gilliam, La leggenda del re pescatore, 1991

Intanto, nel prossimo articolo andremo ad osservare una retrospettiva in cui, con ordine, ci soffermeremo su alcuni dei suoi film più amari per il dramma vissuto dai personaggi: da L’esercito delle 12 scimmie (1995) con Bruce Willis, a La leggenda del re pescatore (1991) con Robin Williams, fino al meno conosciuto e anche meno apprezzato Tideland (2005) con Jeff Bridges, soffermandoci sulla psicologia dei personaggi e sul dramma interiore che è parte integrante di tutti i prodotti scaturiti dalla mente visionaria e fantastica di Gilliam.

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