Il cinema degli eccessi

Gaspar Noé

Gaspar Noé
Gaspar Noé

Provocatorio, psichedelico, visionario ed eccessivo: Gaspar Noé è uno dei registi più controversi della settima arte. Nato a Buenos Aires nel 1963 è anche sceneggiatore, montatore, produttore e DOP (Direttore della fotografia). Al momento lavora e risiede in Francia dove ha prodotto la maggior parte delle sue opere.

Ho avuto il piacere di presenziare alla sua Masterclass il 6 Giugno all’università IULM di Milano, iniziata presentando il suo ultimo lungometraggio – Climax – in concorso alla 71ª edizione del Festival di Cannes (8 – 19 maggio 2018) aggiudicandosi il C.I.C.A.E. Award. Il film solo attualmente è in  proiezione nei cinema italiani a causa di diversi problemi di distribuzione.

Noé, Climax, 2018
G. Noé, Climax, locandina, 2018

Climax narra le vicende di un gruppo di ballerini che nell’ultimo giorno di prove decide di tenere una festa a base di sangria corretta, a loro insaputa, con forti dosi di LSD. Come sostiene lo stesso Noé, una metafora dell’impossibilità di vivere collettivamente. Il lungometraggio è stato anche nominato miglior film al Sitges – Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna del 2018.

Il film è stato girato senza una vera e propria sceneggiatura. L’idea di fondo era quella di girare un documentario su dei ballerini di strada, ma una volta scelta la location e gli attori, con molta improvvisazione, ha cominciato a delinearsi una storia ben precisa. Alla fine ne nasce una Docu-fiction con molte coreografie di danza; psichedelica, crudele, eccessiva ma dal realismo strabiliante.

Successivamente il regista argentino ha esposto la sua idea e il suo modo di far cinema. Nei suoi film ci sono la passione per la danza, l’interesse per gli effetti provocati dalle droghe, soprattutto psichedeliche, e molte ambientazioni in locali notturni, in quanto assiduo frequentatore. C’è la cura maniacale per la fotografia, probabilmente su influenza del padre, il famoso pittore argentino Luis Felipe Noé. Inoltre Gaspar è diplomato come operatore di macchina.

Noé, Lux AEterna, 2019
G. Noé, Lux AEterna, 2019

Durante la formazione scolastica ha conosciuto Benoît Debie, il quale tutt’oggi collabora con lui e ha curato la fotografia per la maggior parte dei suoi film: Irréversible (2002), un thriller violento, dove il protagonista (Vincent Cassel) è in cerca della persona che ha violentato brutalmente la sua ragazza (Monica Bellucci); Enter the Void (2009), un film allucinogeno che tratta il tema delle droghe e della reincarnazione attraverso la vita del protagonista; il già citato Climax; e la sua ultima opera cinematografica Lux Æterna, mediometraggio di 52 minuti, elogio al suo amore personale per il cinema, con Charlotte Gainsbourg, prodotto in collaborazione con Yves Saint Laurent e presentato al Festival di Cannes di quest’anno (72ª edizione).

 

Noé, Seul contres tous, 1998
G. Noé, Seul contres tous, frase ad effetto, 1998

La sua mania per l’estetica deriva anche dalla passione per i fumetti ed è riscontrabile soprattutto nella cura per le locandine e per i titoli di testa dei suoi film, a volte posti in posizioni non convenzionali. In Climax appaiono a metà film, altre volte per renderli più scorrevoli inserisce solo i nomi del cast come in Lux Æterna, o solo i cognomi, con lettere capovolte, come in Irréversible. O ancora, titoli di testa psichedelici come in Enter the Void. Famosi sono anche i suoi slogan e le sue didascalie provocatorie: “Vivre est un impossibilitè collective – Climax; “Le Temps Detruit Tout – Irréversible; “Mourir est une experience extraordinaire – Climax, o ancora la didascalia posta prima del finale di Seul contres tous (1998), lungometraggio d’esordio incentrato sul tema dell’incesto, che narra la storia di un macellaio senza nome, arrabbiato col mondo intero, ai suoi occhi corrotto. Vince il Premio Mercedes-Benz per il miglior film della sezione al 51º Festival di Cannes.

La regia di Gaspar Noé è piena di virtuosismi, con la macchina da presa quasi sempre in movimento spesso fino all’esasperazione. Non nasconde le sue tecniche fuori dal normale, come iniziare a riprendere con la mdp (macchina da presa) capovolta per poi raddrizzarla, oppure utilizzare la mdp a manovella per dare un effetto stop motion nei movimenti di macchina, come avviene in Seul contres tous e Carne (1991). Quest’ultimo, mediometraggio vincitore del premio della Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes del 1991, presenta la figura del macellaio senza nome protagonista dello stesso Seul contres tous. In questi ultimi due film inoltre Noé utilizza un espediente sonoro per tenere desto il pubblico: tra una scena e l’altra spesso inserisce il rumore di uno sparo.

Noé, Enter the Void, 2009
G. Noé, Enter the Void, locandina, 2009

Sperimenta moltissimo con inquadrature in soggettiva o punti di vista bizzarri come in Love (2015), dramma erotico che racconta la vita sentimentale sregolata di Murphy, dove dalla soggettiva della protagonista assistiamo a un’eiaculazione direttamente verso la macchina da presa. O ancora soggettive del membro sessuale maschile durante una penetrazione. Uno stile simile è riscontrabile in Enter the Void, dove l’inquadratura è quasi esclusivamente la soggettiva del protagonista.

Inoltre Gaspar Noé è sempre attento alle nuove tecnologie, ad esempio in Climax sperimenta l’uso dei droni; in Enter the Void gira la maggior parte del film con inquadrature dall’alto grazie all’utilizzo di un particolare Crane; Love è stato distribuito anche nella versione 3D e sulla piattaforma streaming Netflix.

Noé, Bellucci in Irréversible, 2002
G. Noé, M. Bellucci in Irréversible, 2002

Altre peculiarità del regista. Gira con inquadrature sempre più larghe rispetto a quelle che poi proietterà perché crede molto nel montaggio e quindi che si possa decidere il frame corretto in fase di post produzione. Usa a modo suo il montaggio in Irréversible, dove decide di montare le scene del film in ordine cronologico inverso, tanto da essere accostato a Memento di Christopher Nolan. In altri casi usa pochissimo la post produzione prediligendo i piani-sequenza e la recitazione degli attori; nello stesso Irréversible compare un piano sequenza da 15 minuti circa, portando all’esasperazione e rendendo ancor più cruda e reale una scena di violenza sessuale ai danni del personaggio interpretato da Monica Bellucci.

Gira i film in base all’ordine cronologico delle scene; in questo modo sostiene che ha più spazio per l’improvvisazione e per modifiche e accorgimenti in corsa.

Possiamo riscontrare effetti strobo ovunque, dai titoli di testa di Enter the Void, passando per Irréversible fino a livelli esasperanti nel cortometraggio ai limiti del pornografico We Fuck Alone (2006), girato interamente utilizzando questo effetto.

Gaspar Noé inoltre non è nuovo al mondo erotico/pornografico. Infatti sono diversi i corti girati con questi stilemi, come Sodomites (1998) o il videoclip Protège-moi (2004) del gruppo britannico Placebo. Anche nel mondo dei videoclip non è un emergente, infatti oltre alla collaborazione con i Placebo ce ne sono altre, tra cui quella con la band statunitense Animal Collective per il video Applesauce (2012). Infine non disdegna né le opere pubblicitarie, producendo lo spot per Yves Saint Laurent La Nuit de l’Homme (2008) con Vincent Cassel, né i lungometraggi collettivi come 42 One Dream Rush (2010) e 7 Days in Havana (2012).

Noé, Love, 2015
G. Noé, Love, 2015

Nella parte finale della Masterclass Noé elenca le sue fonti d’ispirazione. Il suo idolo è Travis Bivkle protagonista di Taxi Driver di Martin Scorsese. Ama 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, che paragona a uno spinello. Arancia Meccanica sempre di Kubrick, da cui riprende solitudine, nichilismo e iconografia. Angst di Gerald Kargl a cui si ispira a livello estetico in Carne e Seul contres tous, di cui apprezza le tecniche del DOP Zbigniew Rybczyński, che è anche un famoso regista di film d’animazione. È influenzato da Les Yeux sans visage di Georges Franju e La maman et la putain di Jean Eustache per la tematica moderna: in Love riprende il tema del ménage à trois e della noia di vivere del protagonista, mentre in Irréversible si ispira al film di Eustache, dove il protagonista vive aspettando che sia il tempo a distruggere le sue relazioni.

Apprezza anche i film di Pasolini, in particolare Il vangelo secondo Matteo per la fotografia pittorica. Ama il Neorealismo, di cui ripropone gli stilemi in Climax, dove utilizza attori che non hanno mai recitato, ovvero ballerini non professionisti presi dalla strada.

 

Il cinema degli eccessi conta molti esponenti di spicco. Gaspar Noé è solo uno di questi. Un cineasta con competenze a tutto tondo nel mondo della settima arte. Un artista che si è aperto alle molteplici sfaccettature dell’universo nascosto dietro l’inquadratura della macchina da presa. Un irriverente che non si pone limiti davanti a nessun tema. Un uomo che ha fatto della sua passione il suo lavoro, senza smettere di amare il cinema.

Fare film dovrebbe divertire, per questo durante la produzione di un’opera cinematografica è necessario circondarsi di persone con cui si andrebbe in vacanza” – Gaspar Noé.

Noé, Love, 2015
G. Noé, Love, 2015

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