Parigi: L’incidente catastrofico

Notre-Dame tra le fiamme

Notre-Dame, Incendio, 2019
L’incendio di Notre-Dame, 15 aprile 2019

Sono passati pochi giorni dall’evento che ha scosso violentemente tutto il mondo della cultura: l’incendio di Notre-Dame. Nel tardo pomeriggio di lunedì 15 aprile la quasi millenaria cattedrale più famosa del mondo ha preso fuoco, per quello che finora pare essere stato un incidente. Le fiamme l’hanno devastata irreparabilmente: il tetto è bruciato, la guglia pseudo-gotica è crollata, e sulla stabilità della muratura potrà dire qualcosa solo il tempo.

Una delle chiese più visitate al mondo scompare così. Il mondo resta attonito davanti alle immagini che hanno spezzato il cuore a quanti avevano ammirato lo splendore e la maestosità di Notre-Dame, ma anche a quanti avrebbero voluto vederla in futuro. I francesi, in una tradizione ormai consolidata, si stringono in un canto di dolore intorno alle rovine della chiesa. I grandi potenti del mondo fanno a gara di donazioni per la ricostruzione. Il mondo dell’arte, che nel corso dei secoli si è arricchito grazie a tutti gli artisti ispirati dalla cattedrale, subisce un grave colpo da cui forse non si riprenderà.

La storia di Notre-Dame

Il sito dove venne poi costruita la famosa cattedrale, ha una tradizione sacra che inizia in epoca romana. Al tempo di Giulio Cesare infatti, nel I secolo a.C., vi sorgeva un tempio pagano, sostituito poi da una cattedrale dedicata a Santo Stefano, presto affiancata da una chiesa dedicata alla Vergine.

Era il 1160 quando il vescovo di Parigi, Maurice de Sully, promosse la costruzione di una nuova cattedrale, perché Santo Stefano risultava in rovina e la piccola chiesa dedicata a Maria insufficiente per accogliere tutti i fedeli. Le due chiese vennero quindi demolite e nel 1163, alla presenza di papa Alessandro III, si pose la prima pietra di Notre-Dame.

Lo stile gotico era all’epoca già dominante in Francia, e fu scelto anche in questa occasione. Si decise anche di rispettare la precedente cattedrale di Santo Stefano riprendendone l’impianto a cinque navate, su cui si innestarono tre cappelle radiali; proprio in virtù del Gotico, la chiesa venne sviluppata in altezza, per portare i fedeli un po’ più vicini al cielo. Il progetto riguardava anche l’area circostante la cattedrale: una vasta piazza antistante la chiesa raggiungibile da una nuova e ampia strada, per rendere ancor più maestosa la costruzione.

Entro il 1250 si completò la costruzione dell’edificio, ma i lavori continuarono fino alla metà del XIV secolo, per ottenere l’aspetto desiderato.

La chiesa era in realtà già funzionante. I lavori infatti iniziarono dall’abside e l’altare venne consacrato nel 1182, e nel 1185 venne celebrata la prima messa, durante la quale Eraclio di Cesarea, patriarca di Gerusalemme, convocò la Terza Crociata (1189-92). La facciata invece, con lo splendido rosone centrale, venne edificata tra il 1208 e il 1218. Infine, tra il 1220 circa e il 1250 vennero innalzate le due torri.

I “restauri” della seconda fase costruttiva, che portarono la chiesa all’aspetto che noi tutti conosciamo, o meglio conoscevamo, furono voluti dal nuovo vescovo di Parigi, Renaud Mignon de Corbeil, il quale si adoperò per dare un aspetto completamente gotico alla cattedrale, sostituendo gli elementi che in un primo tempo avevano uno stile romanico.

L’enorme cantiere vide finanziatori d’eccezione: in primo luogo la Chiesa, seguita a breve distanza dalla Corona francese.

La cattedrale nell’immaginario collettivo

Notre-Dame, Gargoyles
Notre-Dame, Gargoyles

Lo stile gotico ha sempre affollato la mente dei sognatori con le sue geometrie alte e sottili, ma ancor più con le sue statue apotropaiche. Sto parlando dei Gargoyles, le figure mitologiche poste a difesa della chiesa contro qualunque minaccia. Entità protettrici e terrificanti, su di loro il cinema e la letteratura si sono spesi immaginando migliaia di situazioni.

Ma contro il fuoco, neanche la protezione di questi guardiani ha potuto niente.

 

Notre-Dame, Flèche, 1860
Notre-Dame, Flèche crollata, 1860

La famosissima guglia che la caratterizzava in realtà non era medievale ma frutto di un restauro iniziato nel 1860. La protettrice che, attorniata dai suoi Gargoyles poco sotto, dominava e vegliava dall’alto su tutta Parigi, è crollata.

 

 

 

Il disastro

Notre-Dame, Incendio, 2019
L’incendio di Notre-Dame, 15 aprile 2019

Lunedì 15 aprile 2019. Erano da poco passate le sei di sera quando sono iniziate le prime segnalazioni. Nel giro di qualche decina di minuti ci si è resi conto che non si trattava di uno scherzo e i primi soccorsi hanno cercato di intervenire. Ma era troppo tardi. La struttura lignea era già compromessa, il fuoco l’aveva presa e non l’avrebbe lasciata che nelle prime ore di martedì.

La notizia è arrivata subito in tutto il mondo. Come per altre gravissime tragedie degli ultimi anni, l’umanità si è riunita in silenzio intorno alle televisioni a fissare quelle immagini, pervasa da un senso di impotenza che distrugge ogni sogno.

Martedì pomeriggio, dopo i sopralluoghi, le prime notizie sicure. L’antica Notre-Dame non è più tra noi. I suoi muri, ancora incandescenti dopo le ore tra le fiamme, fumano, e non si è ancora completamente sicuri della loro stabilità. Il presidente francese Emmanuel Macron parla al mondo con le lacrime agli occhi.

La ricostruzione

Nel discorso affranto del presidente francese oltre al dolore c’è la voglia di reagire. Infatti subito parla di ricostruire in tempi brevi (“cinque anni” afferma) la cattedrale. I mecenati e i potenti raccolgono un miliardo di euro, che dovrebbero bastare a coprire i costi. Si inizia l’iter burocratico per trovare gli artigiani che sappiano riportare la Nostra Signora al suo splendore.

Da amante dell’arte, mi sono commossa vedendo la gara di solidarietà che si è innestata a supporto di questa grave tragedia. Tuttavia, una cosa mi ha scossa profondamente: la voglia di ricostruire subito. Come per altri tragici e gravissimi eventi della nostra storia, io vedo in questa fretta il desiderio di nascondere l’incidente sotto il tappeto e fare finta che non sia successo niente. La ricostruzione è da sempre un’arma a doppio taglio: come fare a non dimenticare le immagini che hanno visto la distruzione di un monumento patrimonio dell’umanità? Come riuscire a inserire anche questo evento nella storia quasi millenaria di Notre-Dame? Come evitare falsi storici?

La risposta è semplice, e indubbiamente sarà questa la strada percorsa da chi poi sarà chiamato in prima persona a stabilire come ricostruire. Documentare l’accaduto, scegliere materiali diversi da quelli originali (ad esempio il vetro, che dà l’idea della struttura originaria ma evidenzia bene che si tratta di una ricostruzione), raccontare quelle immagini alle future generazioni.

 

Ripongo molta fiducia nell’umanità che si è stretta intorno a questa tragedia. Ma purtroppo, una parte di noi è crollata con la guglia di Notre-Dame e non potrà essere ricostruita mai più. Il mondo della cultura la piangerà per sempre.

Notre-Dame, Guglia, 2019
Notre-Dame, La guglia in fiamme, 15 aprile 2019

Una risposta a “Parigi: L’incidente catastrofico”

  1. Una vera tragedia…potranno anche ricostruirla ma non sarà più la stessa cosa. Certe abilità lasciano il segno nel tempo e nulla può sostituirle…

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