Lars von Trier #2

L’influenza di Lars

Von Trier, 2018
Lars von Trier, 2018

Nell’ultimo articolo su Lars von Trier abbiamo ricostruito la sua storia e la sua persona in base ai film da lui stesso creati. Quest’oggi apriamo il secondo articolo dedicato al genio non gradito parlando dalla Trilogia Cuore d’oro, dove il maestro espone il suo pensiero a proposito della bontà, paragonandola a una sorta di malattia. Vi mostreremo come questo mondo difficile stia costringendo i generosi ad un’esistenza impossibile attraverso le protagoniste dei suoi film, dal “cuore d’oro”, sopraffatte a causa della loro debolezza, del loro estremo buonismo.

 

Le onde del destino: il suo capolavoro

Von Trier, Le onde del destino, 1996
Lars von Trier, Le onde del destino, 1996

Il primo capitolo, Le onde del destino (1996), con Emily Watson vincitrice del premio Felix destinato alla migliore attrice europea, è ritenuto uno dei più gran capolavori di Lars von Trier. Il suo obiettivo è far riflettere sull’amore, sulla sessualità, sulla fede e sul sacrificio. Bess, la protagonista, è l’esempio di tutte quelle persone incapaci di comprendere cosa sia la bontà e in cosa consista veramente l’amore. Un film puramente folle ma altrettanto poetico, capace di commuovere e far riflettere.

Le onde del destino è il primo film realizzato da von Trier dopo aver redatto il manifesto Dogma 95, ma l’opera è un compromesso tra lo stile precedente del regista e quello del manifesto stesso.

Idioti: il primo scandalo

La pellicola che viene girata secondo i dettami del Dogma 95 è Idioti (1998), secondo capitolo della trilogia che viene presentato anche con il nome Dogma #2.

Grottesco ma allo stesso tempo idealista e a suo modo moralista, Idioti è una storia che fa riflettere sulla relatività del termine “privilegiato”. Il film disorienta critica e pubblico. Narra di un gruppo di amici che si comportano da malati mentali per anticonformismo, come un’ironica metafora dello stesso Dogma. Anche in questo caso la protagonista, una ragazza buona e fragile, cercherà in questo gruppo di “idioti” un’ancora di salvataggio per scampare alla cattiveria del mondo.

Il film suscitò scandalo soprattutto perché mostra un’erezione e una penetrazione reale durante un’orgia. Si tratta della prima prova per quello che, perfezionato prima con Antichrist e infine con Nymphomaniac, verrà considerato un vero e proprio porno d’autore.

Dancer in the dark: l’ultimo capitolo della trilogia

Von Trier, Dancer in the Dark, 2000
Lars von Trier, Dancer in the Dark, 2000

Lars chiude la trilogia mostrando di essere un regista a 360°. Mette in scena un musical alla sua maniera, crudele e spietato ma allo stesso tempo meraviglioso, Dancer in the Dark (2000). Metafora della vita di Selma, la protagonista che, nonostante la malattia che la renderà cieca e le intemperie della vita, non smetterà mai di amare la musica e di ballare, anche solo nella sua testa. Il maestro ci mostra così il musical inteso come unica via di fuga dalla realtà.

Prima del titolo, tre minuti e mezzo di colonna sonora su schermo nero, come si usava per i grandi musical hollywoodiani, omaggio a Vincent Minnelli, regista statunitense specializzato in musical. Inoltre vennero utilizzate telecamere a presa fissa solo per le scene musicali.

La stessa Bjork, oltre ad essere l’attrice protagonista, è l’autrice della colonna sonora, che nasce dai rumori di fondo trasformandosi in vera e propria musica.

La trilogia di queste donne destinate al sacrificio si chiude con questa pellicola che mostra fino a dove può spingersi la crudeltà umana.

Lars Von Trier e l’intesa con Thomas Vinterberg

Von Trier e Vinterberg, 1995
Lars von Trier e Thomas Vinterberg, 1995

Con Idioti abbiamo accennato al Dogma 95 o più semplicemente al più grande movimento cinematografico mai creato in tutta la storia del cinema.

Correva l’anno 1995 a Copenaghen quando Lars von Trier firmava, insieme al regista nonché compatriota Thomas Vinterberg, un vero e proprio voto di castità, da cui deriva il secondo nome del movimento che ne lascia intendere lo spirito.

Con questo patto i due registi  posero le basi per un’infinita guerra stilistica ai grandi produttori capitalisti di Hollywood che stavano per invadere il mondo cinematografico con i loro effetti speciali, film ad alto budget e sete di denaro. L’autarchia contro l’industria di massa.

Con l’articolo precedente abbiamo conosciuto l’ossessione di Lars per l’autodisciplina che riporta da manuale le ferree regole del Dogma, successivamente più volte trasgredite. “Le regole sono fatte per essere infrante” (Marie van Schuyler, Assassinio sul Nilo).

 Dogma 95

“Dogma 95 si pone lo scopo dichiarato di contrastare una certa tendenza del cinema attuale.
Dogma 95 è un’azione di salvataggio! (salvataggio nell’abuso della tecnologia)”
– Lars von Trier e Thomas Vinterberg.

I punti principali del manifesto di von Trier e Vinterberg sono:

  1. Le riprese vanno girate sulle location. Non devono essere portate scenografie e oggetti di scena. Se esistono delle necessità specifiche per la storia, va scelta una location adeguata alle esigenze.
  2. La musica non deve essere usata a meno che non sia presente quando il film viene girato.
  3. La macchina da presa deve essere portata a mano. “Le riprese devono essere girate dove il film si svolge” – Lars von Trier e Thomas Vinterberg.
  4. Il film deve essere a colori. Luci speciali non sono permesse. Si può fissare una sola luce alla macchina da presa stessa.
  5. Lavori ottici e filtri non sono permessi.
  6. Il film non deve contenere azione superficiale. Omicidi, armi, etc. non devono accadere.
  7. L’alienazione temporale e geografica non è permessa. “Il film ha luogo qui ed ora” – Lars von Trier e Thomas Vinterberg.
  8. Non sono accettabili film di genere.
  9. L’opera finale va trasferita su pellicola Academy 35mm, con il formato 4:3, non widescreen.
  10. Il regista non deve essere accreditato.

Creature del Dogma 95

Primo film in assoluto del Dogma, ancor prima di Idioti di Lars von Trier, è Festa in famiglia (1998) di Vinterberg.

La maggior parte dei film racconta strade metropolitane, case arredate con pochi soldi, gente che litiga, voglia di fuggire.

Ma oltre ai creatori del Dogma, sono molti i registi provenienti da tutto il mondo a partecipare al movimento. Alcuni erano autori sconosciuti che vollero approfittarne per trarre maggiore visibilità, come Susanne Bier, con il suo Open Hearts che, seppur non inserito tra l’elenco ufficiale dei film prodotti a nome del Dogma, ne segue le regole alla lettera. Gli autori più conosciuti invece aderirono a questo voto di castità per purificarsi dall’insoddisfacente routine del mestiere, come Harmony Korine con l’allucinato dramma familiare Julien Donkey-Boy (Dogma #6).

Uno dei meriti più importanti del Dogma va dato all’ultima regola: “Il regista non deve essere accreditato”. Per quanto possa sembrare assurdo, ciò convinse la gente ad andare a vedere i film a prescindere da chi fosse il regista. Scelta portata avanti anche dall’emittente televisiva statunitense HBO, che non a caso cita il Dogma 95 nella puntata pilota di Black Mirror.

I numeri del Dogma

Non è dato sapere esattamente quanti film sono stati realizzati. Sul sito ufficiale sono stati esposti 24 titoli, a volte ne vengono indicati 35, 37, 38 o 42. Esistono liste con più di cento film ed è alquanto ironico come solamente i creatori della Marvel, con i loro effetti speciali e superpoteri, si stiano avvicinando a un catena cinematografica prolifica quanto il Dogma. Ciò che è certo sapere è che l’esperienza del Dogma può definirsi conclusa formalmente nel 2005, ma non per quanto riguarda l’influenza che questo movimento ha tuttora nel cinema contemporaneo.

About The House that Jack Built

Von Trier, The House that Jack Built, 2018
Lars von Trier, The House that Jack Built, 2018

 

Nonostante Cannes non sia stata del tutto indulgente alla prima del nuovo film del maestro Lars von Trier, ritenendolo eccessivamente disgustoso, pretenzioso, vomitevole, angoscioso e patetico tanto da abbandonare la proiezione prima del finale, noi auguriamo al regista danese che all’uscita ufficiale più persone la penseranno come il regista Argentino Gaspar Noe, l’unico a esprimere un giudizio positivo, quasi entusiasta, parlando di “ironia dark”.

 

Concludiamo dandovi appuntamento al prossimo articolo che concluderà il trittico di articoli su Lars von Trier parlando della trilogia incompiuta USA, altro capolavoro, violento sia psicologicamente che visivamente.
A presto allora con USA – Terra delle opportunità.

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